Il laboratorio, che conclude il tempo da noi trascorso con i bambini in ospedale, è innanzitutto un’esperienza in cui i piccoli pazienti possono misurarsi di nuovo con la solidità di oggetti che vanno tagliati, piegati, riempiti, montati, colorati. Nell’asetticità dell’ospedale finalmente ci si sporca di colla, di vernice, di colore a spirito, di gesso… È uno squarcio di normalità nei ritmi certo non a misura di bambino della maggior parte degli ospedali. Anche con la flebo al braccio, la grandissima maggioranza dei bambini ricoverati (e dei loro piccoli amici in visita) partecipa volentieri al laboratorio manuale.
Se il primo momento musicale cattura dal lato emotivo, se la narrazione aggiunge anche un coinvolgimento cognitivo, il laboratorio completa l’esperienza complessiva dell’incontro in ludoteca, perché coinvolge i bambini nel fare.
Il laboratorio può consistere semplicemente nella realizzazione di un piccolo oggetto che richiama un elemento della storia e ne consolida la memoria; sarebbe da privilegiare, però, l’elaborazione di un piccolo strumento direttamente legato al messaggio della storia e che aiuti il bambino a tradurlo in una esperienza concreta (chiedere scusa, ringraziare, chiedere o offrire aiuto…).
In questo modo la degenza non si riduce ad una spiacevole sospensione della vita ordinaria, ma diventa, in modo inatteso, una piccola occasione di crescita.
L’oggetto realizzato, che il bambino potrà portare via con sé, sarà il ricordo di un’esperienza bella vissuta in ospedale!