Quanto la vita umana possa essere sfigurata dalla solitudine, lo dice l’esperienza di ciascuno di noi e lo conferma ogni giorno la cronaca. Quanto forte sia il bisogno umano di appartenere a qualcosa o a qualcuno lo dichiara ad alta voce il disagio dei giovani, il complesso ricomporsi dei rapporti familiari oltre le crisi e le rotture, la ricerca di un rinnovato senso di comunità da parte delle città, dei gruppi, delle associazioni. Lo ribadisce la Chiesa quando propone la sinodalità come strada per ritrovare in profondità il senso del noi.
Sia come cittadini che come cristiani, avvertiamo l’urgenza di riscrivere il senso dell’appartenenza, troppo spesso sfigurato dall’idea del possesso, tanto nelle relazioni tra le persone quanto in quelle tra i popoli. E ci appare ineludibile il compito di ricomprendere, ridire cosa sia una società davvero accogliente, davvero inclusiva. Perché il nostro è un mondo in cui troppi rimangono ai margini, e la fatica di vivere, spesso non viene lenita dal calore della reciprocità.
Dal desiderio di raccogliere queste sfide nasce l’idea, per l’Associazione C.A.SA. e la Fondazione Div.ergo-Onlus, di proporre un “Festival dell’appartenenza e dell’inclusione” con il patrocinio del Comune e della Provincia di Lecce.
Ci piace pensare che la vocazione all’apertura e all’accoglienza della nostra terra possa giocarsi sui tanti fronti dell’umanizzazione della vita, che oggi sono aperti in questo nostro mondo.
E guardando all’oggi, il fronte più macroscopico, più urgente, ci sembra quello dell’inclusione delle donne in una società che troppo spesso non traduce in prassi le intenzioni, e che di fronte alla violenza non si ferma a tradurre le riflessioni in azioni per un cambio sociale e culturale.
“Dire donna” in modo nuovo, oltre gli stereotipi, è l’obiettivo che vogliamo porci attraverso l’offerta alla città di molteplici contributi, che costituiranno un percorso vario e articolato.
Dal 25 al 28 ottobre il Festival “Dire donna” si concretizzerà in un ventaglio di eventi dislocati in diversi luoghi della città, che spaziano dall’arte alla moda, dall’impegno civile al mondo delle imprese, dal cinema alla musica: tante occasioni per guardare in modo diverso al femminile, riconsiderarne l’apporto alla cultura umana, ridisegnare un futuro possibile in cui lo sguardo e la voce delle donne non siano tenuti ai margini.
Valentina Marotta e Olivier Piazza