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Non capisco il mondo arabo

Libro di: Tahar Ben Jelloun
Editore: Bompiani
Anno: 2006

Trama: Lidia, una ragazza di 17 anni di Bologna, proveniente da una famiglia cattolica, decide di scrivere delle e-mail a Mérième, una sua coetanea marocchina che vive in Francia. Il movente di tale incontro è il desiderio di poter capire quanto accade in quella parte del mondo di cui non si può più ignorare l’esistenza, che con sempre maggiore forza muove le coscienze e pone nuovi interrogativi: il mondo arabo.
La corrispondenza tra le due adolescenti prosegue per circa tre anni, durante i quali le ragazze si confrontano e cercano a loro modo delle risposte per poter interpretare la realtà che le circonda.
Gli attentati terroristici, il velo - da dover indossare o da bandire - , la laicità dello Stato, gli sbarchi dei clandestini, i tratti della cultura e della religione islamica sono alcuni degli argomenti di discussione affrontati dalle due diciassettenni. Man mano che la corrispondenza procede nel tempo, al tema dell’Islam, che origina l’incontro virtuale, si intrecciano altri argomenti e racconti più intimi e spensierati. Lidia e Mérième intessono una vera e propria amicizia e creano le basi per un incontro reale, che avverrà in occasione di una vacanza in Marocco.
Il periodo scandito dallo scambio di e-mail è anche il tempo della crescita e della maturazione, nonché il tempo delle prime scelte, della definizione dei propri orientamenti e delle proprie convinzioni. Il divario tra le due ragazze, inizialmente non percepibile a causa della somiglianza di età, delle posizioni laiche e dello sguardo occidentalizzato di entrambe, aumenta sempre di più fino alla decisione, più o meno improvvisa, di interrompere il contatto “per eccessiva divergenza di opinioni”.

Consigliato: Agli adolescenti che si interrogano sulle questioni di attualità legate all’Islam.

A chi vuole provare a osservare la questione islamica dal punto di vista dei ragazzi e coglierne domande e paure.

A chi vuole conoscere una storia di amicizia a distanza (spaziale e culturale).

Il nostro parere: Interessante il progetto culturale proposto dal libro, che però non spicca per fascino narrativo e vivacità letteraria.

Il romanzo rispetta in modo fedele lo stile della posta elettronica, che a causa delle sue caratteristiche più proprie - l’immediatezza della comunicazione e la semplicità del linguaggio - appare non particolarmente gradevole a chi ne fruisce per mezzo di un libro. Radicalmente differente dal genere epistolare, questa nuova sperimentazione letteraria non consente la continua meditazione su ogni questione proposta e su alcune può permettersi di sorvolare senza compromettere l’intero lavoro, conferendo così la giusta coerenza al tipo di testo.
La relazione tra le due ragazze è realistica e i personaggi sono adeguatamente caratterizzati, mentre riteniamo eccessivamente invadente la figura del padre-scrittore, lo stesso Tahar Ben Jelloun, che svolge in più momenti il fulcro dell’incontro tra Lidia e Mérième.

L'Autore: Tahar Ben Jelloun è nato in Marocco e vive a Parigi. Giornalista, autore di numerosi testi, è diventato famoso come romanziere con il volume Il razzismo spiegato a mia figlia, del 1998.


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