Raccontare una storia non è un mestiere facile. I bambini, abituati al coinvolgimento dei video, fanno un po’ di fatica a concentrarsi sull’ascolto di un racconto. Anche dopo averle pensate tutte per tener desta la loro attenzione, a un certo punto uno sbadiglio o un occhio che vaga lontano vanno messi in conto.
Se la storia è ricca, con più livelli di lettura, può interessare tutti, dai piccoli ai grandi. Cerchiamo tra i classici e tra gli autori moderni più profondi (Rodari, Calvino, Piumini…). Le storie non d’autore, facilmente rintracciabili su Internet, possono essere troppo superficiali per lasciare davvero il segno. Attenzione anche agli adattamenti e alle riduzioni: resta vivo il senso generale, ma facilmente molti contenuti sottotraccia vengono smarriti.
È compito del narratore “dare vita” alla storia in tutta la sua ricchezza, e il principale strumento per renderla coinvolgente è ovviamente l’intonazione della voce.
Per tenere desta l’attenzione, è bene poi usare alcuni accorgimenti, in particolare l’interazione con il pubblico (far interpretare i versi degli animali, o un motto che si ripete nella storia, o porre domande). Con i più piccoli è anche utile presentare delle illustrazioni, che aiutano ad immaginarei personaggi e a identificarli nel corso del racconto.
Alla fine, la rilettura dovrebbe far emergere i livelli di significato del racconto meno evidenti e i messaggi più profondi trasmessi dal narratore. È in questa fase che si scopre, a volte con sorpresa, che i bambini sono stati attenti alla storia e ne sono stati toccati!