Libro di: Frédéric Richaud
Editore: Tea
Anno:1999
Trama: Nella Francia di fine ‘600, al tempo di Luigi XIV, Jean Baptiste de La Quintinie viene nominato dal re curatore dei degli orti e dei frutteti della imponente reggia di Versailles. Uomo schivo e silenzioso, che ama il contatto con la terra, sognatore che sa pensare in grande e riconosciuto “artista dei giardini”, il protagonista vive tra gli intrighi di corte schivando le occasioni mondane e con una speciale dedizione al suo lavoro. Cominciando a spostarsi lungo le strade e nei campi lontani dal mondo dorato degli aristocratici, incontra la miseria nera del popolo, i loro drammi e, toccato, inventa una strada concreta ed eversiva per aiutare la gente. Lo scontro tra la follia, gli eccessi e la brutalità del potere e la grazia e la dignità della natura e della povera gente emergono in tutta la loro gravità.
Consigliato: a coloro a cui piacciono le storie di uomini sovversivi nell’ordinarietà della vita.
Il nostro parere: è il primo romanzo di uno scrittore nato e cresciuto nella campagna in Provenza che trasferisce in questo romanzo l’amore e la meraviglia per il lavoro silenzioso della terra. L’ambientazione storica è resa con linearità e leggerezza e la cornice della vita a corte costruisce uno sfordo interessante che contrasta con l’oggetto delle cure costanti del protagonista giardiniere. Egli con stupore e dedizione si occupa di fiori e di frutti, progetta artisticamente gli orti e i giardini; guarda in basso, la terra, ma tiene vivo uno sguardo critico su quanto avviene e, senza clamore, opera con un senso profondo della bellezza e del rifiuto delle ipocrisie del potere e delle contraddizioni profonde che esso produce.