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Se la mente avesse gli occhi

Libro di: Lucy Eyre
Editore: Salani
Anno: 2008

Trama: I filosofi muoiono, ma non smettono di filosofare. Continuano ad accapigliarsi a colpi di caparbie argomentazioni e parole ad effetto nel Mondo delle Idee, di cui Socrate è presidente in carica da più di duemila anni. In una delle loro baruffe, lo spocchioso Wittgenstein prende alla lettera una fantasia del filosofo greco e lo sfida a far sì che la filosofia piaccia ad una persona “normale” e le migliori persino la vita: in ballo la presidenza e l’autorità sul Mondo delle Idee. La persona “normale” viene individuata da Lila, la giovane segretaria del presidente, in Ben, un quindicenne inglese un po’ sprovveduto alle prese con i problemi della sua età. Sarà proprio Lila a condurre Ben nel Mondo delle Idee in un vero e proprio tour tra le domande della filosofia. Per ogni porta da aprire una domanda: esiste una realtà oggettiva o si tratta solo del prodotto delle nostre percezioni? Il tempo scorre ugualmente per tutti? L’uomo può decidere in maniera realmente libera? Per Ben, sempre goffo in mezzo a filosofi eccentrici e faziosi, tante pulci diverse in un orecchio che al dire il vero si dimostra piuttosto ricettivo. Così si lascia interrogare anche dalla vita di tutti i giorni: tuttavia i suoi tentativi di risposta non avranno un effetto del tutto positivo sulla sua reputazione. Con crescente risentimento di Wittgenstein, la scommessa sembra volgere a favore di Socrate, ma quando Ben, che oltre alla filosofia comincia ad appassionarsi anche a Lila, scopre di essere semplicemente una cavia...


Consigliato: A chi cerca un modo accattivante per far avvicinare i più giovani al mondo della filosofia, in cui contano più le domande e la ricerca delle risposte che le risposte stesse.
A chi desidera una carrellata, senza troppe pretese, sulle domande trasversali a tutta la storia della filosofia.


Il nostro parere: è un libro che presenta contemporaneamente pregi e difetti altrettanto significativi. La guida che Lila offre a Ben ci sembra emblematica del compito di ogni insegnante che si occupi della storia del pensiero dell’uomo: gli incontri del giovane con i bizzarri filosofi tratteggiati dall’autrice, infatti, sono molto personali, mostrano il lato umano di questi intellettuali e per spiegarne il pensiero toccano le questioni vive, raggiungendo la sensibilità del destinatario (e qua e là le piccole spiegazioni di Lila che rendono possibile l’incontro). In più, l’autrice mostra una spiccata capacità di costruire dialoghi sagaci e pungenti, che soprattutto nella prima parte del libro rendono la lettura dilettevole. I meriti, però, finiscono qui. Presto il libro si trasforma in un noioso e prolisso rimbalzo di discussioni, secondo uno schema che si ripete identico dai primi incontri. La cornice narrativa si indebolisce (la scommessa viene quasi tralasciata, lo sconfitto cede senza colpo ferire, la psicologia dei personaggi si appiattisce) e la conclusione appare sbrigativa e inverosimile. Davvero un peccato!


L'Autore: Lucy Eyre, nata e cresciuta a Londra, ha studiato filosofia, economia e politica all’Università di Oxford. Oggi vive ad Addis Abeba, in Etiopia. Se la mente avesse gli occhi è il suo primo romanzo.


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